Scroll Top

Facebook e Google Analytics: perché i dati non coincidono

Cosa significa fare del buon business? Vedere la propria attività crescere progressivamente, compiendo delle scelte data driven. Avere a disposizione informazioni, numeri e Big Data è ormai una consuetudine per le aziende, abituate a tener conto in qualsiasi momento di traffico e conversioni. 

Ad ogni modo, è opportuno ricordare come possano verificarsi discrepanze nei dati rilevati, soprattutto ricorrendo a fonti differenti. Ad esempio, i dati rilevati attraverso Google Analytics, in alcuni casi, possono differire da quelli ottenuti da Facebook Insight. Da cosa dipende, e quale fonte è da preferire?

Perché i dati non coincidono

Innanzitutto, per minimizzare le differenze, prima di iniziare la fase di tracciamento su Google Analytics è importante ricordarsi di definire i parametri UTM. Inoltre, occorre impostare il codice di tracciamento su qualunque pagina del sito: saltando questo passaggio alcune informazioni essenziali rischierebbero di andare perse. Ciò nonostante, alcune discrepanze tra i dati di traffico e conversione potrebbero apparire comunque. Eccone le principali cause:

  • Tempo trascorso tra i click: da questo punto di vista, il social appare più elementare, limitandosi a conteggiare i click effettivamente effettuati. Dal canto suo, Google conteggia un’unica volta i click provenienti da un unico utente negli ultimi 30 minuti.
  • Possibilità di sfruttare i filtri interni: Google, a differenza di Facebook, consente di impostare filtri mirati ad escludere il traffico interno all’impresa.
  • Pagine redirette: Se la pagina su cui l’utente approda mediante click è rediretta, la nuova pagina non sarà in grado di rilevare la provenienza originaria da Facebook.
  • Velocità delle azioni: non è raro che gli utenti, cliccando sul link per aprire una pagina, finiscano per chiuderla nell’arco di pochissimi secondi. In tal caso, il tempo trascorso rischierebbe di non essere sufficiente, a Google Analytics, per registrare l’arrivo dell’utente stesso dal social. Mentre Facebook ne terrà conto. 
  • Disabilitazione di cookies, Java o immagini: la disabilitazione, utile per ridurre la pubblicità, proteggere la privacy o limitare il traffico dati, potrebbe rappresentare un problema per i dati derivanti da Facebook. L’azione, infatti, verrebbe registrata regolarmente, ma questo non permetterebbe a Google di comprendere da dove provenga il traffico.
  • Fonti della conversione: Se Google è abituato a considerare la fonte diretta della conversione, per il social è sufficiente che l’utente abbia interagito con il link nelle 24 ore precedenti la conversione.
  • Orari in cui si verificano le conversioni: le differenze tra i dati rilevati potrebbero non limitarsi al traffico proveniente dal social, riguardando anche le conversioni attribuibili a quest’ultimo. Perché accade? Il motivo principale è che il social prende in esame l’orario in cui effettivamente ha avuto luogo il click. Google, invece, tiene conto dell’orario dell’effettiva conversione. E quando un click viene rilevato a tarda sera, tanto che la conversione avviene dopo la mezzanotte, ecco che i dati giornalieri potrebbero presentare discrepanze.

Google Analytics o Facebook: a chi affidarsi?

Come abbiamo visto, dunque, i motivi per cui le due fonti presentano dati discordanti sono svariati. A chi affidarsi quindi? La risposta è una sola: a entrambi. Per quale motivo? Perché ciascuno dei due strumenti presi in esame è in grado di fornire determinate informazioni, pur tralasciandone altre. Una duplice fonte garantirà una visione più completa, riducendo le zone d’ombra. 

Affidandosi unicamente a Google, ad esempio, si rischierebbe di sottostimare le conversioni provenienti dal social. Il contrario (quindi una sovrastima) avverrebbe limitandosi a prendere in esame solo Facebook, poiché tende ad attribuirsi le conversioni avvenute nelle 24 ore successive alla visualizzazione. 

Ricorrendo ad entrambi, le aziende hanno la possibilità di tracciare i dati giunti non solo dalle pagine del sito o dall’App, ma anche di considerare i flussi di traffico legati alle pagine social. Rivolgendosi a Facebook Insight si potrà ad esempio conoscere il numero di azioni di acquisto sul sito che siano frutto di like relativi all’ultimo post inserito, o di quante reazioni si siano tramutate in un’iscrizione al sito stesso. Ciò avviene perché Facebook ha la capacità di registrare e tenere traccia di quanto avviene sul social e di quello che accade in seguito. 

Google ha invece la capacità di offrire dettagli e viste approfondite di quanto accade all’interno delle singole pagine, e nel definire come queste vadano a rapportarsi al resto del percorso proposto all’utente. 

Imparando a conoscere e a utilizzare i due strumenti di analisi, e riuscendo a farli parlare tra loro, si avrà una lettura più corretta del proprio business.

E tu? Cosa aspetti a confrontare i dati delle due piattaforme e a sfruttarli per la tua attività?

Ti serve una mano per farlo al meglio? Contattaci!